L'ARTE E IL TERRITORIO DEL FRIULI di Gabriella Bucco
Estate, stagione propizia per passeggiate e scampagnate: già l’anno scorso per Lo Scatolino avevo presentato la guida La verde bellezza, curata da Franca Merluzzi e Giorgia Gemo dei parchi e giardini pubblici e nel 2019 la collana continua con La verde sorpresa, dedicata a quelli di proprietà privata. (La verde sorpresa. Guida ai parchi e ai giardini storici privati del Friuli Venezia Giulia, Gangemi editori, Roma 2018, pp. 271, euro 15).
Una lavoro molto più difficile del precedente poiché ha coinvolto una cinquantina di proprietari, che si sono impegnati a fornire contatti telefonici o email e a garantire orari di apertura al pubblico. Franca Merluzzi, che ha scritto l’introduzione, opportunamente ricorda la loro tenacia, attaccamento e dedizione poiché «solo grazie a loro questi piccoli paradisi sopravvivono». Non si tratta solo di lavori di manutenzione, ma anche di una ricerca di nuovi equilibri tra il verde storico e i nuovi inserimenti floreali e ultimamente si assiste anche a una inedita consapevolezza ecologica. Leggendo la guida, non è quindi raro trovare una ricerca di vecchie varietà di alberi da frutto o imbattersi in orti sinergici e addirittura nell’introduzione di arnie e api. Lo si può vedere nel giardino di Villa Freschi Piccolomini a Cordovado, dove nel 2015 è stato piantato un labirinto di rose damascene acquistate in Bulgaria, che sono state intrecciate tra loro a formare una fitta siepe, colorata e profumata anche grazie all’impollinazione delle api collocate nelle vicinanze.
«A primavera si sente l’energia contagiosa della natura che riprende il ciclo» afferma Ciccinella Kechler, una delle proprietarie dei 50 giardini e parchi privati schedati da diversi autori, appassionati cultori della materia. Ai nomi di Franca Merluzzi e Giorgia Gemo, curatrici della guida precedente, si aggiungono ora quelli di Umberto Alberini, Paolo Tomasella e Francesca Tominz, che hanno rigorosamente controllato tutte le informazioni con sopralluoghi che vogliono rendere il genius loci di ogni località.
In italiano ed inglese, anche questa guida fornisce ai visitatori tutte le informazioni utili: indirizzi, orari e contatti per entrare in questi spazi privati. Su ogni scheda una serie di icone indicano la possibilità di passeggiare con cani al guinzaglio, di visitare la dimora storica (cancello aperto) e di partecipare ad eventi ospitati nei parchi o giardino storici (due maschere teatrali), con il suggerimento di cercare sempre un contatto con i proprietari, prima di recarsi sul luogo. I parchi e i giardini descritti fanno spesso parte di edifici monumentali e sono quasi sempre inseriti in ambiti paesistici di grande rilevanza, ma non mancano quelli caratterizzati dalle collezioni botaniche, dalla presenza di piante secolari, dal ripristino della biodiversità.
Ogni scheda comprende alcuni approfondimenti che forniscono informazioni aggiuntive di vario genere: a volte sono indicazioni naturalistiche come la presenza di boschi o sentieri, spesso sono spiegazioni sulle antiche preesistenze storiche o su importanti personaggi che abitarono le ville: Hemingway alla villa De Asarta Kechler di Fraforeano e Giacomo Casanova nel castello Torriani Volcher a Spessa, ristrutturato nel 1901 dall’architetto Ruggero Berlam.
Nella guida sono suggeriti numerosi itinerari da percorrere in bicicletta con l’indicazione dei chilometri da percorrere e delle stazioni ferroviarie in cui poter caricare e scaricare i velocipedi, secondo una modalità di turismo lento ed ecologico che ben si adatta al “fascino discreto” del patrimonio artistico regionale (descrizioni dettagliate anche sul sito dell’ERPAC, sezione percorsi www.bit.ly/ParchiFVGinBicicletta).
Ogni giardino è diverso dall’altro, però dalla lettura emergono caratteristiche comuni: il ruolo, distruttivo che sul verde privato ebbe la prima guerra mondiale, quando molte delle dimore schedate furono trasformate in retrovie od ospedali da campo. È questo il caso del parco del Castello di Rubbia o del Parco Ungaretti di Sagrado, dapprima residenza neoclassica, trasformata in ospedale militare e ora perfettamente restaurata, mentre il parco romantico è stato dedicato al poeta Giuseppe Ungaretti che qui combattè.
Giardini e parchi sono anche fragili come hanno dimostrato i disastrosi nubifragi del 10 agosto 2017 o la tempesta Vaia del 2018: numerose piante sono state sradicate e spezzate imponendo soluzioni diverse da proprietario a proprietario: taglio degli alberi e ripiantumazione oppure interventi conservativi. È certo, osserva Franca Merluzzi, che dopo i fortunali numerose sono le potature e i tagli di essenze.
I parchi e i giardini generalmente fanno parte di edifici monumentali, talora castelli trasformati spesso in ville signorili, poste in punti dominanti in ambiti paesaggistici di grande rilievo. Basti pensare ad esempio al Castello di Duino sul promontorio a picco sul mare, dove il poeta Rainer Maria Rilke compose alcune elegie.
Complice la buona stagione, eccovi alcuni suggerimenti.
Cominciamo dai giardini delle rose: il roseto Garlant Fabiani di Artegna, ideato da Eleonora Garlant e realizzato insieme al marito Valentino, che una trentina di anni fa le donò trenta rose antiche, preferite per il loro profumo. Le rose spesso si avvinghiano agli alberi e si arrampicano alle pergole: 180 di loro sono state recuperate da luoghi abbandonati, mentre una settantina sono autoctone, ibridi nati nel giardino cui Eleonora dà il nome di persone care o figure femminili. Un altro roseto è stato impiantato dal 1998 nell’abbazia di Rosazzo, un complesso storico risalente al XI secolo e luogo di villeggiatura dei vescovi udinesi. Una settantina di rose antiche e rampicanti fioriscono su una terrazza che si apre verso sud ovest su un aprico panorama da cui si può intravvedere anche il campanile di Aquileia.
Se preferite i riflessi delle piante sulle limpide acque di risorgiva nella bassa friulana, Franca Merluzzi suggerisce i giardini dei Castelli di Strassoldo di Sopra e di Sotto, dove si può ammirare la riqualificazione paesaggistica operata dal 1965 da Marzio e Raimondo Strassoldo, il parco di villa de Asarta Kechler a Fraforeano, ricco di laghetti e zone umide care anche ad Ernest Hemingway, e quello di villa Badoglio a Flambruzzo, che segue le anse del fiume Stella creando con le piante secolari scorci suggestivi.
Tutta da visitare è la fascia orientale della regione tra la pianura e il Collio, dove spesso le ville hanno sviluppato una solida tradizione vitivinicola come villa Rubini a Spessa, villa Locatelli ad Angoris, Rocca Bernarda a Ipplis, dove la famiglia Perusini riscoprì il vitigno autoctono del Picolit.
Anche la zona collinare intorno a Udine tra Artegna e Fagagna offre notevole interesse, basti pensare al Parco del Castello di Villalta, che ospita un premio di poesia, lo scenografico Castello di Susans con gli storici cipressi, il Castello di Brazzà a Moruzzo, abitato da donne intraprendenti e coraggiose come la statunitense Cora Slocomb o Fey von Hassel, figlia di Ulrich von Hassel impiccato per l’attentato ad Hitler, e che ora ospita il museo dedicato all’illustratore Štepán Zavrel.
Nel pordenonese di grande interesse è il territorio intorno a Polcenigo, in un territorio verdissimo caratterizzato dalle acque del Livenza, itinerari percorribili anche grazie ai treni storici che uniscono Sacile a Maniago e Gemona.
Un libro prezioso e interessante per scoprire il nostro territorio e che mostra quanto importante sia il Centro di Catalogazione regionale, che nelle ultime pagine della guida pubblica il censimento dei parchi e dei giardini storici del Friuli Venezia Giulia, consultabile anche on line sul sito dell’ERPAC.