SpiceLapis presenta Sara Zanello
Sara Zanello è nata nel 1983 e vive in provincia di Udine. Dopo aver frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Udine, ha lavorato diverso tempo come grafica pubblicitaria per diverse agenzie e studi grafici della regione. Negli ultimi anni ha cercato un modo tutto suo per raccontare e raccontarsi attraverso il disegno, seguendo corsi con illustratori affermati come Anna Castagnoli, Giulia Orecchia ed Elisa Talentino. Sara ha sempre amato il disegno: negli anni delle superiori ha avuto un’insegnante che le ha fatto scoprire l’illustrazione e la scuola di Sàrmede. Sperimenta diverse tecniche a seconda di quello che vuole dire per raccontare uno stato d’animo o un concetto. In questo periodo le piace lavorare con le matite acquerellabili, elaborando poi in digitale. Usa anche il collage e le chine: predilige tecniche veloci e semplici, cerca la sintesi. Di solito si ispira agli artisti del passato, soprattutto del Novecento. Trovo molto freschi ed evocativi gli acquerelli di Rodin - conosciuto maggiormente per le sue sculture - Matisse, Munari per il suo approccio ludico e contemporaneamente grafico, pulito. Amo anche Georgia O’Keeffe, un'artista americana famosa per i suoi fiori e per i paesaggi del Nuovo Messico, luogo in cui ha vissuto la seconda parte della sua vita. Ritraggono colline desertiche, conchiglie e ossa di animali: li trovo intensi e onirici. Era anche molto decisa e indipendente, cosa per nulla scontata per una donna nata a fine ‘800. Gli argomenti che Sara sente più vicini riguardano la femminilità, l'interiorità e le emozioni, ma anche il rapporto tra uomo e natura. Spesso i miei disegni nascono da appunti che scrivo quando leggo un libro o delle poesie: ho amato tanto Calvino con il suo Palomar che cerca di trovare se stesso osservando le cose comuni e Lalla Romano, una pittrice e scrittrice piemontese con uno stile di scrittura asciutto che mi evoca subito delle immagini. Secondo Sara attraverso l'arte si può cercare il senso delle cose e scoprire un nuovo punto di vista. Penso che disegnare sia prima di tutto una terapia per me stessa, perché mi permette di osservare le cose con occhio distaccato e cercarne il senso. L’illustrazione è una forma d’arte popolare con cui si può venire a contatto nella vita quotidiana: ognuno di noi ha l’opportunità di allargare il proprio sguardo, stupirsi e affinare la mente. Quest'attività mi permette di arricchirmi perché imparo sempre qualcosa di nuovo, ad esempio durante il lavoro di ricerca e di documentazione all'inizio di un nuovo progetto. In questo senso fare l'illustratrice è un privilegio, ma non bisogna dimenticare che un illustratore non è un artista nel senso classico del termine: si relaziona con clienti o editori che hanno le loro esigenze e un loro messaggio da veicolare. Come ogni professionista deve essere sempre aggiornato e allo stesso tempo coltivare la sua identità per offrire uno sguardo quanto più personale e riconoscibile. È un lavoro continuo per cui ci vuole molta passione!