“Diritti”, era la parola che ci sembrava più attuale e che meritava la copertina del numero che anticipa il Natale. Ci siamo resi conto che l’ipocrisia ha una genitrice assai prolifica che da anni sta scrivendo dichiarazioni sui diritti senza trascurarne alcuno. Soltanto chi vive la devastante esperienza di vedere calpestati i propri diritti è cosciente del dramma. Poi Laura disse: «Perché non parliamo dei diritti dei bambini?». Così è stato. Pochi giorni mancano al Natale che tutti scriviamo con la maiuscola perché richiama la nascita per antonomasia, quella che per un giorno – uno solo mi raccomando – ci riporta allo stato edenico. Eh sì, è vitale riportare i piedi sulla terra con velocità astrale per essere in tempo a cogliere con fastidio il buongiorno della persona sconosciuta o che non appartiene alle nostre selezionatissime simpatie! Comunque noi continuiamo a sperare e augurare un Natale vero che ci aiuti in un percorso di ri-nascita che è l’unica soluzione al grave buio che ci circonda, nonostante gli innumerevoli scintillii di color oro partoriti sempre dalla stessa genitrice di cui sopra. Ecco, è stato questo che ci ha spinto a riproporre i diritti dei bambini. Sono loro i possessori di quella luce, unica in grado di perforare il buio, che faceva dire a quello di Nazareth: «Lasciate che i bambini vengano a me, a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». Ogni anno ricordiamo la nascita di questo uomo strano, diverso dagli umani, un uomo che non dimentica di essere stato bambino e che forse nel suo intimo è rimasto tale per tutta la vita. Credo che solo un uomo che rimane bambino può scagliarsi contro la depravazione che lo circonda fino a farsi odiare al punto di costringere a tacitarlo con la morte per croce. Oggigiorno siamo più sofisticati, offriamo un ventaglio di possibili tipologie di torture e di morte, non ci stiamo facendo mancare nulla. Per il bene che Gli voglio spero, quindi, che rimandi a generazioni migliori il Suo ritorno. Sono orgogliosamente figlio di quella che un tempo era la maggioranza nella nostra bella Italia: il proletariato. Allora il Natale era meno sfavillante, ma tanto più luminoso e la luce era visibile nel volto delle persone. Gli adulti di allora, sopravvissuti a due, dico due, Guerre Mondiali, pestilenze e carestie varie, erano consapevoli delle poche cose che contano nella vita.
Il 20 novembre 1989, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, la quale sanciva per la prima volta che tutti i bambini hanno diritti. Chi ha meno di 18 anni ha tutti i diritti elencati nella Convenzione. Bello, diciamo quasi commovente, se non fosse che ancora questo Natale, nel suo pallottoliere, annovererà milioni di bambini a cui abbiamo sottratto l’infanzia o la vita. Un numero impossibile da conoscere, ma un numero sufficiente per non consentire di perdonarci né ora né mai. Per favore bambini, quando sarete maggiorenni non dimenticatevi che i vostri attuali diritti diventeranno doveri verso quelli più piccoli. La vita è così. Solo rinunciando a una esistenza egoistica che significa pensare solo a se stessi si riesce a trovare una via soddisfacente che giustifichi il vivere.
Buon Natale e Buon Anno 2024
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