Primavera è parola composta: prima-vera. Una ipotesi è che “ver” sia la radice latina di ‘verità’. La verità è strettamente legata all’amore [Treccani: ‘amore’ è ciò che è vero in senso assoluto] e questo è legato alla forza vitale. Da qui possiamo concludere che ‘primavera’ è vita, vita nuova.
Eravamo in forte dubbio se pubblicare o meno questo numero, ma infine ha prevalso il sì, pur limitandoci alla forma online, come modo per ringraziare coloro che stanno eroicamente combattendo sul campo e coloro che lavorano per mantenere attivi i servizi di pubblica utilità. Siamo orgogliosi di appartenere a una grande comunità chiamata Italia.
Stiamo convivendo con un essere inanimato, di dimensioni submicroscopiche, privo di vita propria, un parassita che per vivere ha bisogno di penetrare in una cellula, si tratta di un virus, un coronavirus. Un apparato gigantesco si è schierato a difesa della salute pubblica. Quello che mi sento di dire è che vinceremo anche quest’altro subdolo nemico e aggiungo che, come il terremoto del 1976 per noi friulani rappresentò uno spartiacque (un prima e un dopo), così sarà per quest’altra prova che l’esistenza ci impone. Sarà una svolta e auguriamoci di uscirne rinnovati, non più quelli di prima: una società che stava imbarbarendosi. Facciamo in modo che questo momentaneo spavento ci risvegli da quel torpore carico di falsi idoli con cui stavamo vivacchiando. Sempre che si voglia essere sinceri con noi stessi. Passerà e ci ritroveremo migliori. E, come mi ha ricordato l’amico Gianni Colledani, prendendo in prestito la famosa frase di Eduardo de Filippo: «Ha da passà ‘a nuttata».
Buona Pasqua di cuore a tutti.
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